Art. 6.
(Case-rifugio: definizione, finalità, caratteristiche e formazione integrata degli operatori).

      1. Le case-rifugio, denominate «istituti SOS», per l'accoglienza temporanea delle persone che subiscono violenza, anche ad indirizzo segreto, sono servizi territoriali pubblici e del settore privato sociale che svolgono, oltre ai servizi forniti dai centri antiviolenza, funzioni di prima accoglienza di emergenza e di asilo alle vittime di maltrattamenti e di violenza. Le case-rifugio, a carattere emergenziale, forniscono altresì l'équipe di sostegno per le persone ospitate in esse. Nel caso di ospiti maggiorenni le case-rifugio sono di norma organizzate attraverso l'autogestione delle attività della vita quotidiana e la compartecipazione alle spese per il ricovero e per l'accoglienza quotidiani.
      2. Fatte salve le esigenze di sicurezza e di salvaguardia delle persone che subiscono violenza nei confronti dei loro persecutori e aggressori, le case-rifugio, anche ad indirizzo segreto, sono finalizzate all'accoglienza temporanea e sono gestite in modo tale da sostenere il mantenimento dei legami positivi delle persone ospitate con le reti familiari, amicali e di lavoro. In ogni caso, e in particolare per i minori, devono essere prese le misure idonee a evitare processi di istituzionalizzazione delle persone ospitate nelle case-rifugio. Esse intervengono nell'accompagnamento nel percorso di reintegrazione personale e sociale delle persone che subiscono violenza o maltrattamenti in rapporti interpersonali, familiari e affettivi nella sfera privata e pubblica.
      3. Le case-rifugio, alla pari dei centri antiviolenza, operano in maniera integrata con la rete dei servizi socio-sanitari e assistenziali territoriali, tenendo conto delle necessità imprescindibili per la protezione delle persone che subiscono violenza, anche qualora svolgano funzioni di servizi specialistici, medici e psicologici.
      4. Indipendentemente dalle metodologie d'intervento adottate e dagli specifici profili professionali degli operatori addetti alle case-rifugio,

 

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la formazione delle diverse figure professionali promuove un approccio integrato alle fenomenologie della violenza, al fine di garantire il riconoscimento delle diverse dimensioni della violenza subita dalle persone, a livello relazionale, fisico, psicologico, sociale, culturale ed economico. Fa altresì parte della formazione degli operatori delle case-rifugio il riconoscimento delle dimensioni della violenza riconducibili alle diseguaglianze di genere.